Metropolitana Tokyo - Stazione Shinkuku

Cercate di capirmi… ho 7 giorni, e devo farci entrare tutto il giappone che posso… e sono 128 milioni di anime, ognuna col suo vestito e il suo modo di essere, ed i suoi capelli (bellissimi, sempre), ed i suoi sentimenti per il mio essere bianco (o “occidentale”, come si usa dire adesso)… perché, chiariamolo una volta per tutte, non è vero che i giapponesi sono tutti uguali.
Apparentemente sono anche una etnia diversa con i koreani, ed i cinesi: mi hanno detto che loro sanno distinguersi, anche se mi piacerebbe metterlo alla prova!

A grandi linee ho identificato almeno 3 giapponesi:

  • quello tradizionale: è di mezza età o anche anziano, o altrimenti è stato educatoda persone molto legate alle tradizioni. Veste, si pettina, e si atteggia in un modo un po’ sfigato, per i nostri canoni. Spesso è maschio, e il suo sguardo trasuda una certa diffidenza nei tuoi confronti.
  • quello pop: potrebbe andare in qualsiasi altra nazione e -guardato da dietro- non lo riconosceresti. Può avere età e sesso qualunque, ed è chiaramente stato assimilato da MTV quando ha iniziato a seguirla oltre 3 ore al giorno.
  • Quello moderno: veste accozzando colori pastello in una maniera che solo un giapponese potrebbe fare; spesso è femmina, ed ha sempre qualche accessorio che non si capisce da chi (e perché) sia stato concepito. L’umanità sopravviverebbe anche senza di lui/lei, ma quando passa non si può fare a meno di fissarlo per almeno mezzo secondo.

Sono ammesse le combinazioni.

E poi c’è un altro luogo comune che vorrei sfatare sui giapponesi: non sono gli unici al mondo a dilettarsi con fotografie artistiche tipo pavimentazione di Corso Indipendenza.

Ci sono anche io.

Ora… cercate di calarvi nella situazione, ok?
Avete avuto la fortuna di andare in un luogo (l’Europa per loro, il Giappone per me) che la maggiorparte dei vostri amici non hanno mai visto.
Arrivate a destinazione e non sapete leggere, non potete comunicare, e non avete idea di cosa avete di fronte. Mai.

Voi cosa fate? Io nel dubbio -soprattutto considerando che tanto è gratis- ho cominciato a fare foto a un po’ tutto quello che si muoveva e tutto quello che era fermo, fino al punto di domandarmi io stesso…

Seriamente: ma che c@xx0 stai fotografando???

È stato solo allora che guardando intorno a me quelle centinaia di occhi sottili e compassionevoli, ho potuto udire forti i loro pensieri: tutti in coro.

GIAPPONESE