In effetti mi si potrebbe rimproverare che in fondo del mio viaggio non ho scritto molto, e non saprei come difendermi, se non dicendo che in quei giorni avevo due possibilità: scrivere o vivere… spero che la mia scelta non abbia deluso nessuno!

Ho scritto quel poco che ho scritto durante il corso, tra una lezione e l’altra, nei momenti morti insomma… nel caso ve lo stiate chiedendo, onestamente la risposta è No: non era nella mia lista di priorità seguire attivamente quel corso. Probabilmente non è saggio scriverlo su internet, ma mi copro dietro questa specie di anonimato… speriamo funzioni!

  • Il primo giorno -sabato- sono atterrato all’aeroporto ed ho avuto la spiacevole sorpresa di essere isolato dal resto del mondo: il nostro gsm non esiste neppure, e il cosiddetto 3g o umts credo abbia qualche possibilità ma correlata per lo più a una mera questione di …culo fortuna! In pratica credo dipenda dall’esatto modello di cellulare che avete acquistato.
    Fortunatamente avevo un’idea di come raggiungere l’albergo, ma ho cenato solo perché non potevo contattare nessuno, e sono stato solo anche il giorno seguente, ad Hakone.

    MotoHakone Ristorante di paese Fuji San, punto di massimo avvicinamento
    Qualcosa di tipico... Un azzardato connubio nippo-svizzero La cosa più simile a uno shinkansen che sono riuscito a fotografare

  • Domenica ero dunque ad Hakone, una ridente località lacustre. Anche voi fa effetto la definizione ridente associata a un paesello giapponese? Non saprei, ad ogni modo è esattamente quello: un paesello gaio, probabilmente meta di almeno un paio di gite all’anno per un sacco di Tokigiani (?); con qualche valore storico, ma soprattutto in grado di garantire un po’ di relax. Il traffico che c’era era comunque incompatibile con la nostrana concezione del termine relax.
    Fortunatamente nonostante abbia cambiato 3 treni, un autobus, un traghetto, 2 funivie, un treno a cremagliera, ed altri 2 treni al ritorno, non mi sono perso, cosa che peraltro mi sarebbe costata probabilmente un taxi per la modica spesa di circa un braccio più orecchio destro. Già: i taxi in Giappone sono costosetti… tenetelo in mente nel caso ci facciate un salto: dall’aeroporto al centro città sono circa 200€.
    Nel caso il piano B era: dormire in qualche Ryokan, in ogni caso costerà meno del taxi!
  • Il giorno seguente, lunedì, è iniziato il corso, che ufficialmente è durato 5 giorni. Se vogliamo proprio fare le pulci possiamo dire che la cifra di 3 e ½ si avvicina di più alla realtà: giovedì dopo pranzo e venerdì siamo stati alla volta di templi e souvenir.
    In generale ogni sera era troppo tardi per visitare templi, ma ho avuto modo di vedere un po’ la vita come viene vissuta a Tokyo, che in fondo mi pare una città più da vivere che da visitare. Se vogliamo fare un paragone decisamente azzardato potremmo dire che è in qualche modo simile a Milano, mentre Kyoto è la Roma del sollevante, con un sacco di storia.
    Ad ogni modo lunedì sera ero ad Harajuku, la zona superaffollata con mercatino delle pulci annesso di cui ho già parlato qualche giorno fa.
  • Martedì, come quasi ogni giorno, sono passato di treno in treno verso destinazioni diverse. Personalmente sono rimasto ogni volta affascinato a vedere come la gente si scambi le traiettorie nella stazione di Shinjuku: sembrano programmati da una qualche intelligenza superiore per non intralciarsi a vicenda. Una macchina perfettamente oleata e funzionante, fino a che un intruso non ci mette il naso.
    Mi sono fermato a esitare per qualche secondo più di una volta… abbastanza naturale, considerando che dovevo trovare le translitterazioni in piccolo sotto i cartelli. Ecco: in quel momento è come sollevare una teca di cristallo e soffiare su un castello di carte che era rimasto in piedi per 15 anni.
    In serata ho visto Asakusa e il suo templio, e poco più… non ci crederete, ma le tre ragazze in yukata non erano pagate per vestirsi così…

    Asakusa, tempio Asakusa, pagoda Asakusa... non ci crederete ma queste non erano pagate per vestire così!

  • Mercoledì giornata un po’ fiacca… tra le altre mete c’è stata una ulteriore capatina ad Harajuku, affollata come sempre, e per favore notate il Mc Donald qui sotto!

    Harajuku, un Mc Donald abbastanza comune quaggiù Harajuku, il corso dei negozi alternativi

  • Giovedì pomeriggio mi sono trovato solo a vagare per la città sino alle porte del museo di Edo-Tokyo in Ryogoku. Il museo è splendido, ma la maggior parte delle descrizioni sono date in Kanji, e solo poche eccezioni sono tradotte in inglese. A dirla tutta non vale la pur economica spesa (circa 3€) se non potete capire cosa state guardando, ma se avete una guida non esitate a farci un salto: oltre alla storia della città troverete un sacco di informazioni su molti degli altrimenti intellegibili usi e costumi nazionali.Ad ogni modo -devo ammettere- sin qui buona parte del mio tempo l’avevo trascorsa a Shinjuku e dintorni.
    Shinjuku -per inciso- è anche il quartiere per soli adulti da una parte, ed il quartiere gay dall’altra. Il secondo, come spesso accade, è un luogo di assoluto spasso, frequentato da drag queens, modelli, e da ogni tipo di umanità… assolutamente un must, per chiunque sia anche solo vagamente incuriosito.
    Ma vi lascio a qualche foto del quartiere!

    Shinjuku, torre della NTT DoCoMo Shinjuku, decine di pazzi in fila per delle ciambelle!

  • Per gli amanti della storia che non abbiano possibilità di muoversi fino a Kyoto (che dista 500km circa, ovvero 2h e 2om se si opta per uno shinkansen, i famosi treni giapponesi che collegano le due città ogni mezz’ora circa), Kamakura è un’ottima opzione. Io l’ho visitata venerdì mattina, con Tatsuia, il mio collega, nonché la mia guida. Non posso certo dire che sappia tutto del Giappone, ma sicuramente più di quanto io avessi da chiedere. In generale la visita di un Tempio, un museo, o qualsiasi luogo di cultura e tradizione, lascia troppi interrogativi aperti se non ci si porta appresso il giapponese di fiducia! Il discorso non è dissimile da quello già fatto per il museo di Edo-Tokyo, a ben guardare.
  • Sabato ero di nuovo solo, e anche un po’ triste… cose che capitano al termine di una vacanza, così mi sono preso la libertà di perdermi girando a caso per la città. I giapponesi in patria sono formidabili: dategli l’occasione e vi piomberanno addosso per aiutarvi, sorridenti e amichevoli. Non esiste la diffidenza in questo paese, avrei aneddoti su aneddoti, ma mi pare di aver scritto a sufficienza per oggi!
    Ho preso l’autobus verso le 3.20, e il resto è parte di un altro capitolo, di un’altra avventura!

Saluti gente, vi lascio con un piccolo saggio di cosa può essere il kabuki… e la tv giapponese in genere!

PS: ho modificato il post “Bando alle ciance“, inserendo un paio di video!