Pram

E’ cominciata una nuova settimana nella lontana Sydney. Gli elicotteri hanno smesso di volare bassi, non ci sono più poliziotti nelle stazioni, un velo di serenità aleggia nelle carrozze dei treni, sugli autobus, per le vie della città. I potenti del mondo, quei due o tre, sono tornati nelle loro dimore e ci hanno liberato della loro presenza. Finalmente tutto è tornato normale, tra una settimana non si parlerà più di Apec perché siamo comunque in Australia, dove le persone dimenticano in fretta. La storia non esiste, un paese che non ha storia non riesce a immaginare di averne una, di farne una, quindi perchè scomodarsi?!

Sinceramente non abbiamo idea di cosa si siano detti questi signori durante le loro cene a base di caviale e champagne condito con i più spettacolari fuochi d’artificio, degni della notte di Capodanno. Non lo sappiamo perché non è dato saperlo! L’unica cosa che ha fatto un po’ notizia questa settimana sono state le manifestazioni, le “rivolte”, la polizia per strada “costretta” a intervenire contro un nemico non ben definito. Al telegiornale non hanno mostrato altro che poliziotti che strattonano qui, arrestano la… sempre le stesse immagini, sempre le stesse tre persone. Avessero fatto questo summit da un’altra parte avrebbero avuto sì da mostrare. Qui le manifestazioni sono state pacifiche, alcuni erano per strada con fotografie di Gandhi, le mamme con i passeggini. Forse noi abbiamo visto solo una faccia. Forse appena ci siamo girati è successo di tutto e noi non lo sapremo mai. E’ stato spiacevole vedere al telegiornale uno spezzone in cui brutalmente buttano a terra una giornalista senza un ben specificato motivo, o un altro in cui arrestano un ragazzo solo perché si è messo barba e vestito alla Bin, come Luca e Paolo delle Iene per intenderci. Se lo avessero ascoltato forse avrebbero capito che parlava genovese e si sarebbero fatti una risata invece di trattarlo come un delinquente della peggior specie.

Le conclusioni: tanto rumore per nulla, una città immobilizzata, svuotata per paura di un forse probabile non si sa mai attentato che ovviamente non c’è stato. Cinque milioni di persone a disagio perché un individuo che si cura poco di chiunque, fa un salto in città. Tra un mese non se lo ricorderà più nessuno il disagio, però a noi piace che il blog sia anche questo: memoria, in piccolo, di un evento vissuto e passato, forse in qualche pagina di storia di questo paese. O forse no.

Ma almeno potremo dire “noi c’eravamo”… il resto poi non conta!

 

Gandhi