Paragliding… non cominciamo a fare illazioni!!

E se -per caso- la domanda fosse “e che accidente è?!” la risposta scontata è che se solo non ci fossimo trovati nella condizione di avere la necessità di scoprirlo, non ne avremmo la minima idea neanche noi!
Quando però -nell’ormai lontano autunno australe- un piccolo pazzo si decise a seguire un corso di parapendio, si rese necessario affrontare il vocabolario, e scoprire la traduzione inglese del termine!

Tutto è iniziato un po’ per gioco nell’annoiata solitudine marziana (che significa “di marzo”, nella mia mente malata) mentre Deb era a mille mila chilometri di distanza, ed io cercavo stimoli per la primavera a venire.
Avevo trovato un telecorso di uncinetto animato per pensionati, e poi questa cosa del parapendio… sul momento ho avuto anche un attimo di indecisione, ma appena mi è passata la febbre tutto è tornato a posto.
Quella sera -ricordo- ho chiamato mia mamma e le ho detto “Mamma: vado a fare paragliding!” e lei mi ha risposto “Bravo”.

Non ho ancora capito se mi ha preso per il culo o se -semplicemente- la notte prima di addormentarsi si chiede ancora… “paracheeé?!?!?!” …lo scopriremo quando le manderò le foto, che dite?!

Lo scoglio successivo è stato Deb: non tanto ottenere il permesso, quanto convincerla ad unirsi a me… ero pronto a tutto, ma devo dire che non mi aspettavo obiezioni del tipo “non faresti prima ad ingaggiare un killer professionista?!”
…ho trovato abbastanza difficoltoso aggirare l’argomentazione, ma -signori e signore- Ho Vinto!

1 e 2 Febbraio 2008, una cosina a lungo termine, vero… però non vediamo l’ora di mostrarvi le nostre foto d’alta quota!!!

Saluti!!!

F.