Dipinto del XVIII sec. di Ganesha
Inutile fare finta di niente o peggio negare: abbiamo fatto i compiti prima di metterci a scrivere questo post… Ganesh prima d’ora non sapevamo neppure che esistesse!
E per la cronaca, è “colui che toglie o mette ostacoli” lungo la via delle persone.
 Che c’entra Ganesh, dunque?! La divinità elefantina per oggi sarà la nostra metafora dell’assurdo percorso (a ostacoli, neanche a dirlo) che abbiamo dovuto affrontare più o meno dall’inizio del 2009… se mai  in questi mesi vi siete chiesti dove cavolo eravamo finiti, ora è il momento di mettervi comodi in poltrona, assicurarvi una birra gelata, e stare a sentire le esilaranti vicissitudini che ci hanno visti protagonisti!
Tutto ha inizio il 12 di febbraio, durante una infausta mattinata che indubitabilmente doveva anche essere uggiosa, mattinata in cui -surprise surprise- la compagnia per cui lavora Fabri -di cui è meglio non fare il nome che sennò ci fanno causa per diffamazione, tante sono le schifezze che ci sono da dire- ci ha detto che avrebbero chiuso il team  e buona parte dell’ufficio a fine giugno. L’idea è di riaprirlo in Cina, quindi tutti licenziati a fine giugno.
Piccola Nota: Dubitiamo di conoscere molte persone che avrebbero preso la notizia con altrettanta filosofia: in fondo, siamo noi quelli che comprano i detersivi importati dalla Cina al “one dollar shop”, e non possiamo che incolpare noi stessi, per di più quella gente che oggi ci ha ciulato il lavoro, magari ha dei cuginetti -bimbi- che ci hanno cucito insieme le Nike quando avevamo 15 anni, e tutto sommato un lavoro potremmo anche doverglielo.
La diplomazia però non dà da mangiare, e quindi non ci ha tolto la preoccupazione di trovarci in suolo straniero senza visto (dal momento che il nostro visto è legato alla compagnia in questione) e senza un lavoro in un periodo in cui l’economia mondiale fa paura. Per darci ancora più ottimismo, dopo alcune settimane di ricerca è sembrato ovvio che trovare un impiego-ripiego in un momento del genere nella condizione di immigrato era pressoché impossibile, né -nel caso ve lo stiate chiedendo- eravamo in una condizione favorevole per rimpatriare… e qui inizia -a suo modo- il bello della faccenda!
Presi dallo sconforto abbiamo valutato le ipotesi più strampalate, incluso del volontariato in Ghana (abbiamo i contatti, se siete interessati ha il potenziale per essere un’esperienza meravigliosa!), un anno sabbatico in Thailandia, nell’America Latina, o nell’Europa dell’Est, migrare ad Hong Kong, in Giappone, a Shanghai, o -come ultima spiaggia- a Bangaluru, India.
 Siccome al destino manca forse il senso pratico, ma certo non quello dell’umorismo, come i più acuti tra voi staranno pregustando, è andata a finire che la simpatica  quanto innominabile compagnia ha trovato una posizione disponibile per me proprio in India, e questo, neanche a dirlo, un paio di settimane prima della scadenza di fine giugno. L’offerta, nelle parole del mio manager, era “meglio di quanto immagini”, e non solo questo, ma dal momento che lui era stato coinvolto nel tentativo di procurarmi il lavoro “gli dovevo una birra, anzi un bourbon”. Segnatevi queste parole!
Qui ci sarebbe da aprire una parentesi grande come l’Australia, ma cercheremo di essere sintetici nel dire che all’ultimo giorno di giugno ancora non avevamo visto nulla più di una buona manciata di chiacchiere: niente contratti, niente numeri… niente! Ma -Udite Udite!- ciò nonostante, la mia beneamatissima compagnia ha benpensato di proibire al capo di un altro Team di offrire un lavoro a Fabrizio perché appunto c’era nell’aria quest’altra fantastica opportunità in India! Fantastico no? No, non puoi avere un lavoro oggi perché forse c’è qualcosa che ti potrà interessare tra un paio di settimane! Adorabili!!!
Dinasty-Beautiful non finisce qui: viene spostata la data el licenziamento da fine giugno a fine luglio per avere il tempo di  farci valutare l’offerta che -ripetiamolo- non c’è!!! Al che un pochino, ma proprio velatamente, in maniera impercettibile, è partita l’incazzatura.
Cominciamo a spingere ogni giorno per avere i dettagli e dopo una attesa di quasi  altre 2 settimane, finalmente otteniamo una mail con una offerta che nella sua più intima essenza era semplicemente una presa in giro. Il solo fatto di metterci su un aereo e sbarcare in India, spedire le cose, e considerare le perdite coinvolte, sarebbe costato un anno di lavoro!
MA HAI UN’IDEA DI DOVE TE LO METTO IL BOTTIGLIONE DA 5L DI BOURBON BRUTTO  £$%&@# ???????
Scusate lo sfogo!
Detto questo, abbiamo finito con una naturale rinuncia al lavoro al 13 di luglio, nella speranza di poter usare il tempo rimanente fino alla fine di luglio per ri-sottoporre la candidatura per il lavoro “vero” nel team di Sydney di cui parlavamo poco sopra… ma ci dicono che dal momento che la ragione per cui il contratto è stato esteso a fine luglio è il lavoro in india, e pertanto ora che lo abbiamo rifiutato, non c’è più ragione di attendere le altre 2 settimane fino alla fine di luglio: i tempi tecnici per la preparazione delle carte sono di 4 giorni, e a meno di riuscire ad ottenere entro quei tempi una offerta formale con tanto di contratto, numeri, ecc… beh, anche se il capo di quel team fosse interessato a darmi il lavoro, non se ne potrà più fare nulla.
Naturalmente sapevano perfettamente che 4 giorni erano un tempo impossibile, e pertanto, ora siamo qui, con un bottiglione di bourbon pronto per ogni eventualità!
Ciliegina sulla torta, per un cavillo contrattuale, le 2 settimane di estensione dal 1 al 17 luglio, non sono state pagate, e pare che la legge australiana lo permetta…!
Insomma: per ben oltre un mese, abbiamo avuto un piede in India ed uno in Australia, e nel fare i nostri compitini per cercare di scoprire quante cose aveva da offrirci il subcontinente che ha dato i natali al kam… a Ghandi, abbiamo finito con lo scoprire cose meravigliose di ogni sorta, e ovviamente vi tocca sorbirne quantomeno una sintesi!!
Partiamo dunque dal blasonatissimo Tajì Mahal (l’accento è lì nel caso anche voi non abbiate idea di come si pronunci)…
 

Immagine Taj Mahal
 …al meno noto Tempio di Akshardham …

Immagine del Tempio di Akshardham
 … al coloratissimo Tempio di Meenakshi…

Immagine del Tempio di Meenakshi
…fino alle numerose statue di divinità Hindu…
Statua di Shiva
…per non contare quanto Yoga si potesse imparare, e quanti Murgh makhani e Masala Dosai ci sarebbe toccato ingurgitare!!!
C’è un po’ di amaro insomma, come tutte le volte che ci chiudiamo alle spalle una porta  e sappiamo che sarà arduo riaprirla, però complessivamente siamo contenti di non dover ricominciare di nuovo tutto daccapo in un altro posto, di non dover fare scelte di vita difficili, e più in generale di non dover mettere in stand-by le nostre vicissitudini australi, che -speriamo- si potranno portare a termine al più presto per poi poter proseguire il nostro dharma altrove!
Un bacione!!!
F.D