Attraverso lo Specchio

Avventure di due viaggiatori erranti nel regno di Oz

Argomento ‘Amarcord

Australia Day

Per le prossime settimane abbiamo in programma un piano serrato e ambizioso per questo nostro piccolo blog: un’ospite che racconterà la sua avventura a testa in giù, un momento “amarcord”, un angolo oriental-trendy, qualche leccornia austrana, e altro ancora, ma prima di lasciarci scappare la possibilità di raccontarvi un altro evento in semi-diretta, eccoci qui con il fresco racconto del nostro 26 Gennaio!

Cosa succede il 26 Gennaio di ogni anno qui nella terra dei canguri? L’Australia Day,  o anche altresì chiamato, il giorno in cui tutti sono fieri… di cosa lo scoprirete poi!

Possiamo testimoniare solo per la città in cui viviamo e questo è ciò che succede: la giornata si apre con il Ferrython, una gara di traghetti scassatissimi e rugginosi che normalmente vengono usati come trasporto pubblico nell’Harbour di Sydney, ma in questa occasione sbuffano sferragliando i loro cavalli-vapore all’impazzata per circa 5 km…  dopo di che non si vedono più per una settimana, giusto il tempo di rimetterli insieme!

Chi ha vinto la gara?! E chi lo sa, non l’abbiamo vista! Siamo arrivati tardi sul ponte, era tutto quasi finito ma abbiamo comunque potuto notare tante barche -non solo quelle della gara- e anche qualcuno che sparava colpi di cannone. Una guerra non l’hanno mai vista qui, lasciamoli giocare ai soldatini!
Però ecco, in questo Risiko-delirio abbiamo assistito a qualcosa di strano: può capitare quindi che in un lunedì pomeriggio di festa, un aereo cargo pilotato da un qualche idiota sfiori prima er pontaccio, e poi l’Opera House, ed infine vada a sparire lontano dietro l’orizzonte lasciando i presenti attoniti e un po’ spaesati. Forse giocare con un aeroplanino accanto a un ponte non è una cosa che la gente prende con ilarità!

E non perdete tempo a cercare: ad oggi non abbiamo trovato nulla in tv o in rete che possa confermare che No: una trentina di persone inebetite sul ponte a singola navata più grande d’Australia, non hanno avuto una allucinazione collettiva!

Ma continuiamo con il nostro racconto… terminato il Ferrython, l’Australia day si spande per tutta la città con una serie eventi: dai mini concerti jazz, pop, folk austrano a una  sconfinata sfilata di auto d’epoca, da un altro concerto con ospiti internazionali (!!!) nel parco centrale, fino ad una parata mediatica assolutamente imperdibile prima dei fuochi d’artificio che concludono la giornata.

…Ma allora via, spendiamoci due righe su questa parata… Cosa c’è di così imperdibile? Citeremo il papà di Deb, che in una frase ha saputo riassumere l’essenza dell’evento: è di fatto, l’A.A.A., ovvero Associazione Australiana Anonimi.
Loro non lo sanno, ma è così, davvero… perché come chiamereste voi un susseguirsi di Australiani, più o meno famosi, proiettati su un MegaScreen, che davanti alla nazione intera fanno outing?

“Salve… sono Mario Rossi.au… beh… nel 2008 io… ho fatto bla bla e bla, e… beh… sono un Australiano”

Dicono così, e ci mettono dentro anche un sacco di orgoglio… un giorno troveremo il coraggio per chiedere a qualcuno cosa cavolo c’è da essere orgoglioso di una roba che ti è capitata  per caso alla nascita!!!

Ma bando ai cenci… siamo giunti al momento topico che tutti aspettavate: le foto! Vi lasciamo a loro,  parleranno per noi e meglio di noi, ma prima vi sveliamo un piccolo segreto: queste immagini sono state scattate il 26 gennaio 2006!

Dal 2006 al 2009, abbiamo assistito a 4 Australia Day qui a Sydney e sono stati 4 eventi fotocopia, in tutto e per tutto identici uno all’altro, con stessi intrattenimenti, alla stessa ora e negli stessi posti anno dopo anno dopo anno… eppure c’è un …non so… le bandierine austrane tatuate sulle facce dei passanti, la musica e le auto d’epoca, l’odore della tua pelle che brucia al sole anche sotto un milione di nuvole, lo sguardo ipnotizzato dei locali che vivono questo de-jà-vu ogni anno, e che ogni anno si lasciano fotografare dai turisti attoniti che non possono capire la magia di questo carillon… e poi c’è la consapevolezza di essere in mezzo tra i due: senza bandiera tatuata, senza macchina fotografica, a capire il carillon ma con lo sguardo attonito…è tutto questo il 26 gennaio, e forse altro, tutta roba che per una volta le foto non vi racconteranno… però se vi capita di passare  di qui dovete assolutamente portarvelo via questo pezzetto di Australia!

Alla prossima!!

F.D

Vacanze di Natale 2007

Ci rendiamo conto che non ha un gran senso parlare ora, dopo quasi tre mesi, delle nostre vacanze di Natale. Forse ha a che vedere con il fatto che il lavoro mi ha consumata e che solo ora ho trovato un pochino di tempo per sedermi e rendere voi partecipi di dieci giorni bellissimi… totalmente riappacificanti con il mondo.

Eccoci qui, quindi con foto e aneddoti e qualche consiglio nel caso un avventuriero sperduto si imbattesse nel nostro blog e volesse sapere cosa fare e dove andare!

Per una volta quindi anziché “buona lettura” vi augurerei “buona visione”!!!

1. Jervis Bay, passeggiata sulla spiaggia innevata e promontorio con cinque pinguini! Dormito in un posto diciamo “discutibile”, con però dei discreti hamburger!

Spiaggia bianca Pinguini

2. Spiaggia della vigilia. Spalmati al sole, camminata tra le acque cristalline e gelate. I pinguini siamo noi…

Spiaggia Vigilia

3. Central Tilba: un paesello spuntato da un film di Sergio Leone, ma senza pistoleri! E con delle tortine ai frutti di bosco davvero buonine…

Tilba bakery

4. Vigilia di Natale: cena fuori, 8.30 buttati fuori dal ristorante messicano. Mattina con panettone cioccolatoso e apertura regali. Via verso la prossima destinazione, ancora più ignota dell’ignoto.

5. Paesello completamente deserto nel giorno di Natale, tutto chiuso, non un anima in giro. (Niente immagini, c’era be poco da fotografare!!!)

6. Promontorio in Victoria, vespe, scarligamenti e splendidi panorami!

Wilson's Prom

7. Yarra Valley, 42 gradi e non voler uscire dall’auto!

Yarra Valley

8. Melbourne, il nostro fido ristorante thailandese, tappa fissa ogni volta che si arriva nella capitale del Victoria… e le inimitabili tortine di St. Kilda!

9. Nottata in giro per Melbourne con italiani trovati per caso e aereo all’alba. Rientro a casa per una cenetta di capodanno e i fuochi di mezzanotte con gli amici!E per i più curiosi, ecco qui l’itinerario completo, con molti dei luoghi in cui abbiamo fatto tappa… e anche molti luoghi in cui non abbiamo potuto fermarci!


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Alla prossima vacanza!

Deb & Fabri

Photo Paperelle

PS: foto sorpresa per chi fa login!

The imperial holes (aka The Rocks)

CIAOOOOOO!!!!!
Abbiamo da portare avanti la trilogia di “Stay Tuned”, e allora abbiamo scelto questo titolino un po’ così… internazionaleggiante, direi!
Quest’oggi facciamo un po’ di cultura… vabbeh: per quel che posso fare…!

The imperial holes (che nessuno mai si sognerebbe di tradurre come “fori imperiali”, ma piuttosto con un alquanto ambiguo “buchi imperiali”), è il nostro modo scanzonato di chiamare The Rocks, il quartiere storico di Sydney che si estende dar pontaccio giù fino ar porto.

…forse una piantina può aiutare, eh?!


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La prossima domanda potrebbe essere una delle seguenti:

  1. com’è che vi siete accorti di sta cosa dopo 2 anni che vivete lì?
  2. ma che ce frega ma che c’emporta?! [nel qual caso ci complimentiamo: siete perfettamente entrati nell'atmosfera romaneggiante dell'articolo!]

Dunque dunque dunque, una premessina è d’obbligo: a Sydney hanno cambiato sindaco; hanno scelto una donna (W il girl power!), e questa tizia -ci pare- ci sta dando un po’ dentro per convincere la gente che Sydney non è soltanto Opera House e er pontaccio.
Come risultato The Rocks si è inventato questa cosa dei “Mercatini sotto le stelle” (in realtà “Markets in the moonlight”), con musica dal vivo, un sacco di gente, birra a fiumi come da tradizione Australe, e discutibili panzerotti turchi di spinaci e carne trita.

Facendo un salto indietro dovremmo tornare alla fine del XVIII sec., quando i primi coloni stabilirono qui uno dei primi insediamenti, che presto prese la fama di essere una baraccopoli frequentata da marinai e prostitute (…com’è che finisco sempre a parlare di ‘ste cose io?!!?!?). Le cose poi sono anche andate a peggiorare, quando i “Rocks Push” hanno preso controllo del quartiere verso la fine del 1800. Si trattava di una gang di criminali che ha poi dato il via al “Sydney Push“, un movimento pseudoculturale (pur sempre di ispirazione criminale, beninteso!) che si è spento soltanto verso l’inizio degli anni ’70!
… solo in Australia!

Ricordando che l’intero continente era stato inizialmente concepito dall’Inghilterra come una immensa prigione all’altro capo della terra… non dovrebbe destare stupore l’influenza che la criminalità ha avuto nella sua pur breve storia. C’è una discreta serie di bande criminali che sono ricordate, o addirittura celebrate con un certo orgoglio, ma avremo tempo di parlarne in futuro!

Ma torniamo a noi!

Poichè The Rocks era e rimane una delle pochissime testimonianze degli albori della storia australiana, nel 1920 hanno ben pensato che valesse la pena raderne una discreta porzione al suolo per mettere in piedi er pontaccio, altrove ricordato come Harbour Bridge.

… ora… divagazione più divagazione meno, sull’Harbour bridge ho una chicca che avevo scritto a qualche amico mesi e mesi fa… abbiate pazienza qualche riga ancora! Lo hanno ultimato nel 1932, belli e convinti di avere finalmente dalla loro un bel simbolo di superiorità a livello mondiale… tutti orgogliosi! Me lo vedo -sapete?- il sindaco alla cerimonia inaugurale…

- Cari concittadini, siamo qui riuniti per celebrare il simbolo del…

- Sior sindaco… sior sindaco.. senta…

- Che c’è?! Mollami che è un momento solenne… Siamo riuniti -dicevo- per questa cerimonia di apertura dell’Harbour…

- Sior sindaco… sior sindaco… è imp…

- Ti ho detto di lasciarmi lavorare… accidenti, la vuoi capire che finalmente abbiamo un simbolo per la nazione?! L’apertura dell’Harbour bridge che è stato costruito con orgoglio ed è

- Sior sindacooo

BANG BANG

- L’apertura del ponte a una navata più lungo del mondo!

- Si-or sindaco… ci … hanno fre-gati gli a-me-ricani… di se-ssan-ta centimetri…

Ecco… non so bene come voi la vediate, ma io è così che la immagino! All’ultimo momento -e dico seriamente all’ultimo momento!- 60 centimetri possono fare la differenza!
…e non è la trama di un film a luci rosse per ottimisti!

Siamo dunque finalmente agli anni ’60, quando abbiamo l’ultimo -fallito- tentativo di radere al suolo questo piccolo angolo di storia; da allora pare proprio che l’Australia abbia smesso con questa storia, e così il quartiere è rimasto intatto fino ai giorni nostri!

Per concludere brevemente una lunga storia iniziata oltre 2 secoli fa, lo scorso weekend noi ci siamo potuti godere un breve scampolo di questo concertino gratuito, oltre ai nostri terribili panzerotti turchi, ma la cosa simpatica è stata la compagnia di una coppia di nuovi amici provenienti dagli altri due continenti dell’emisfero australe. La serata è stata carina: è sempre interessante conoscere gente che viene da così lontano, con storie così diverse, ma in fondo -bisogna ammetterlo- era tutta una scusa per raccontare un po’ del posto dove viviamo, un po’ di questa città e di questo Paese che a volte ricorda tanto la nave di Novecento: la gente che ci nasce finisce per pensare che non ci sia bisogno di pucciare il naso fuori: tanto è il mondo che passa di qui…

Saluti gente, alla prossima!

…paracheeé?!?!?!

Paragliding… non cominciamo a fare illazioni!!

E se -per caso- la domanda fosse “e che accidente è?!” la risposta scontata è che se solo non ci fossimo trovati nella condizione di avere la necessità di scoprirlo, non ne avremmo la minima idea neanche noi!
Quando però -nell’ormai lontano autunno australe- un piccolo pazzo si decise a seguire un corso di parapendio, si rese necessario affrontare il vocabolario, e scoprire la traduzione inglese del termine!

Tutto è iniziato un po’ per gioco nell’annoiata solitudine marziana (che significa “di marzo”, nella mia mente malata) mentre Deb era a mille mila chilometri di distanza, ed io cercavo stimoli per la primavera a venire.
Avevo trovato un telecorso di uncinetto animato per pensionati, e poi questa cosa del parapendio… sul momento ho avuto anche un attimo di indecisione, ma appena mi è passata la febbre tutto è tornato a posto.
Quella sera -ricordo- ho chiamato mia mamma e le ho detto “Mamma: vado a fare paragliding!” e lei mi ha risposto “Bravo”.

Non ho ancora capito se mi ha preso per il culo o se -semplicemente- la notte prima di addormentarsi si chiede ancora… “paracheeé?!?!?!” …lo scopriremo quando le manderò le foto, che dite?!

Lo scoglio successivo è stato Deb: non tanto ottenere il permesso, quanto convincerla ad unirsi a me… ero pronto a tutto, ma devo dire che non mi aspettavo obiezioni del tipo “non faresti prima ad ingaggiare un killer professionista?!”
…ho trovato abbastanza difficoltoso aggirare l’argomentazione, ma -signori e signore- Ho Vinto!

1 e 2 Febbraio 2008, una cosina a lungo termine, vero… però non vediamo l’ora di mostrarvi le nostre foto d’alta quota!!!

Saluti!!!

F.

Cowboy

Noi dell’emisfero australe siamo gente dura, gente rotta a qualsiasi tipo di esperienza.

Quando la terra chiama, anche se non è la nostra terra, anche quando siamo in un paese lontano, ostile… quando la terra chiama -dicevo- noi ci siamo, pronti, lesti, fieri delle nostre radici, delle nostre tradizioni, con la mente che corre indietro ai nostri avi, generazioni di maschi veri: veri cowboy, i mandriani della lontana australia, che sapevano sempre tenere sotto controllo ogni situazione, no matter what.

Pensando a queste cose mi sono sempre chiesto come facessero questi coraggiosi antenati a controllare mandrie di centinaia di bestie quando esse impazzivano di fronte al pericolo, e un profondo senso di stima mi prende pensando a come spesso queste persone mettessero a repentaglio la propria stessa esistenza per salvare l’unica fonte di sostentamento della propria famiglia.

Poi, d’improvviso, il mandriano che è in me si destò, nell’Agosto 2006: era un giorno piovoso nelle campagne neozelandesi, ed io ero in totale solitudine, sprezzante del pericolo… fu allora che compresi come quegli uomini potevano riuscire a tanto… ecco come andò!

La mucca pazza, a me, mi fa un baffo!

PS: sono accettati i commenti, ma per favore… cercate di essere più creativi di un semplice “mavaff…”

La saggezza dei nonni

Due anni. Un sacco di tempo.

E’ buffo come certi cliché entrino a far parte della tua vita. Senza neanche accorgertene, cominci a parlare come i tuoi nonni, cominci a dire frasi come “il tempo vola” e cominci a renderti conto, poco per volta, che sono così vere… Se i nonni sono saggi ci sarà pure un motivo, hanno visto così tanta realtà da poterla condensare in tre parole. “Il tempo vola”.

Così eccoci qui, in un giorno strano, un giorno che due anni fa ci vedeva coraggiosi, spaventati, emozionati da ciò che ci si prospettava dinnanzi, un mondo nuovo, una miriade di colori, suoni, profumi, sensazioni, esperienze, lacrime e sorrisi. Anche se noi ancora non lo sapevamo.

Due anni. Un sacco di tempo.