Attraverso lo Specchio

Avventure di due viaggiatori erranti nel regno di Oz

Argomento ‘DdV – Australia

Sydney Festival 2011

image

…anche questa è Australia… concerto e balletto all’aperto gratis per il Sydney Festival, picnic, bicchiere di vino e un mare di gente!


Buon inverno, alla prossima!

Beh eccoci qui… dopo un anno in cui Fantozzi sarebbe sinceramente passato per un principiante, un anno in cui Murphy è stato citato come mai prima d’ora e tutte le sue leggi sono ormai parte del nostro DNA. La vita è buffa, ma alle volte ha anche un senso dell’umorismo un po’ del cavolo e a questo noi comunque brindiamo: che il nuovo anno ci porti cose belle, persone nuove, avventure e qualche sorpresa, perchè no… ma solo di quelle buone, per il resto abbiamo già dato!

Così mentre voi siete tutti sommersi dalla neve, noi qui si gioisce di un bel 30° anche se con previsione pioggia per il giorno di Natale. Caro 2009, non mi sarei aspettata niente di meglio da te!

E mentre la cena Thai della vigilia si prepara un pochino alla volta, mentre Fabri è di la che ronfa perché il jet leg alla fine è una brutta bestia, io son qui che scrivo… cercando di fare il punto della situazione, più che di quest’anno, del prossimo. Ecco, quindi, alcune delle cosine che mi aspetto e che non vedo l’ora di vivere. La Nuova Zelanda con tutti i suoi ghiacciai, un corso di arti marziali perchè alla fine dare calci nel sedere a chi se li merita da una gran soddisfazione ma bisogna saperli dare bene, vedere il Marocco con papi e susi, l’ultima stagione di Lost, tornare a fare un corso di francese e parlarlo più che si può, lavorare per qualcuno che apprezzi quello che faccio (utopia, I know!), cambiare casa e magari trovarne una con un balcone, non lontana dal mare dove ci sia spazio per un BBQ, provare almeno un ristorante buono al mese e farvelo sapere, andare in barca a vela con quel signore tanto gentile che si è offerto di insegnarmi, spedire Fabri a fare parapendio più spesso e magari anche a Bali!, vedere gli U2 se mai si decidessero a tornare da queste parti, mangiare tanto di quel gelato spettacoloso in via Castelvetro, vivere tutti voi il più possibile durante la nostra vacanza la prossima estate, ridere ridere ridere.

Mi sembra fattibile…

Ora Fabri si è svegliato e sta preparando gli involtini thaimavera, la mia passionfuit cheesecake è in frigo e i 30° di due ore fa stanno lasciando spazio e un bel temporale. Neve non c’è speranza, ma un po’ di pioggia magari può farci sentire più vicini?!

Antipasti andati, ci si appresta al primo… è una cena lunga e ben distesa e vogliamo godercela tutta!

Vi mando un abbraccio enorme, ovunque siete, chiunque siate… spero tanto e che i vostri desideri del nuovo decennio si avverino, tutti tutti!

Deb (& Fabri alle prese con il Wok!)

Rosso

È capitato un po’ a tutti di svegliarci una mattina verso le 6 e qualcosa e pensare… oibò, oggi il cielo mi pare rosso!

La risposta più naturale probabilmente è quella di alzarsi, prendere la macchina fotografica, aprire la finestra e… iniziare a tossire!

Poi probabilmente avrete trovato il tavolo coperto di un sottile strato di terra percettibile solo al tatto, e avete acceso la tv per sentire il telegiornale che raccontava di una tempesta di polvere abbatutasi sulla città nottetempo… e immagini di gente che va a lavoro con la sciarpa sul naso,macchine intasate nel traffico, e cronisti con la voce rauca…

Non vi è mai capitato?!! Uhm… volete dirci che davvero non siete mai stati a Sydney il 23 Settembre del 2009?! No, perché altrimenti sapreste di cosa parliamo…

È stata solo una giornata di ordinaria follia nel regno di Sydney, appena usciti per andare a lavoro ce ne siamo accorti meglio di quanto qualsiasi telegiornale potesse raccontare!

…macchine coperte di rosso, la terra nel naso e fin giù nella gola e quel fastidio ruvido sul palato… niente autobus naturamlente, ospedali invasi dagli asmatici, incidenti d’auto -perché qui c’è anche chi non aveva mai visto la nebbia prima- e naturalmente il tg che ripeteva con un pochino di amore per il dramma di “non fare esercizio outdoor…” come se per andare in ufficio ci fossero tutte le alternative del mondo!
In un giorno così alle volte mi consola sapere che non è solo il belpaese a fare tilt… quindi diciamo solo che molta gente non ha avuto molta scelta, ed ha finito per …beh, godersi una bella passeggiata all’aria aperta!!

Queste foto non sono ritoccate, è semplicemente così che la città appariva dall’alba fino a circa le 7am. Pensavamo un po’ tutti che ci avessero teletrasportati in mezzo all’Outback nottetempo, ma poi  nel corso della giornata le cose sono andate a migliorare sempre più, e così già il mattino seguente ci siamo svegliati con la consolante certezza che la città fosse stata rimessa al suo posto: in riva ad un meraviglioso oceano, con cielo azzurro,  uno degli harbour più belli del mondo, palme lussureggianti ed un meraviglioso tepore primaverile da 23°C!

Vi lasciamo con una foto di periferia che ci pareva più bella di altre! Alla prossima!!

The book is on the table

Ve la ricordate la prima lezione d’Inglese? Ah… “the book is on the table”, “what’s your name?”, “I like cars” e roba del genere… fantastico!

Ebbene, chi lo avrebbe mai detto che con tutta probabilità quella è anche una lezione di inglese per inglesi? Con qualche differenza… ad esempio che agli inglesi lasciano la libertà di scrivere in termini fonetici perché altrimenti è troppo difficile… roba tipo “da buk is on da table” “uot’s ur name?” “I like cars” (beh, questo non cambia!).

Ma che c’entra tutto questo con noi, è più che lecito chiedersi?!

Beh, mi presento: sono Fabrizio, e studio “Business Administration” a Sydney… ovvero, sono a tutti gli effetti uno studente Australiano!!!!
Sono certo che questa esperienza mi lascerà dosi infinite di saggezza tatuate nell’animo, ma per ora c’è solo molto di cui ridere e deridere, e perché non rendere partecipe anche mezza italia?!

Cominciamo dall’inizio dunque: perché?! Semplice: qualunque cittadino europeo (e non solo) di qualsiasi età che volesse migrare in Australia ha una via molto molto semplice e spregevole per farlo: pagare una scuola che dica “sì, sto tipo studia qui”, e nel giro di una settimana o due l’Australia rilascia un visto di durata variabile (2 anni nel mio caso) per venire in questo pazzo paese a testa sotto, studiare (oddio, studiare… ne parliamo dopo di questo!), e lavorare part time -cosa che di solito paga molto più di quanto ci si aspetta, al punto che stringendo un po’ noi anni fa per alcuni mesi siamo riusciti a campare in due con un solo lavoro part-time e l’affitto da pagare!

Ma non ho risposto alla domanda: perché?! Beh, visto quanto raccontato in “Noi e Ganesha“, ci trovavamo senza visto, e in qualche modo dovevamo pur tamponare questi pochi mesi mentre aspettiamo che si sistemino un paio di cose… detto fatto: sono diventato uno studente! …beh, diciamo… ehm… uno scolaro: facciamo così!

Seguo un corso post diploma, che se dovessi completare come da programma in due anni (non lo farò, niente paura!), mi darebbe diritto a una specie di diploma pre-universitario in Marketing riconosciuto a livello nazionale che probabilmente potrei fare riconoscere anche in Europa.

A parziale  discolpa del sistema scolastico Australiano, diciamo che questa scuola è un po’ una farsa: è praticamente fatta apposta per immigranti che vogliono un visto. Ciò non di meno, i diplomi che rilascia sono validi, quindi probabilmente stanno entro le norme dettate da un qualche ministero o saddio cosa!

E quindi, fiato alle trombe, cosa si studia in un corso post-diploma in Australia?! Tante cose, ma per ora io ho avuto il piacere di seguire 3 corsi.

  1. 4 ore alla settimana e per 9 settimane, imparo a… Battere a Macchina! Yes Sir! L’obiettivo dichiarato è di raggiungere 20 parole al minuto. Parole inglesi: corte! 3 secondi l’una. Fatevi un favore se state per fare il test: legatevi insieme il medio l’anulare e il mignolo di ogni mano, altrimenti è come sfidare a scacchi il vostro yorkshire!
  2. 4 ore alla settimana e per 9 settimane, seguo un corso che mi vale ben 2 moduli, mica bruscolini! Devo fare 13 moduli in 8 mesi, per la cronaca. Qui imparo a tenere una agenda di appuntamenti per -ad esempio- un dentista. E non solo! Imparo anche a chiedermi “Cosa voglio diventare da grande”, “Cosa non so fare per diventare quella roba lì”, e “Come posso imparare”… poi non imparo a rispondermi, ma si sa che le risposte sono per gli sciocchi: ai saggi interessano le domande!
  3. Qui esageriamo: 8 ore alla settimana e per le solite 9 settimane! Il corso in questione si pone l’obiettivo di farmi imparare niente poco di meno che a scrivere una paginetta di word su un argomento scelto dall’insegnante, e poi impaginarla come se dovesse andare su una brochure. Penserete che l’argomento è “Il marketing polidimensionale nell’era di internet, verso la domotica del futuro” (sì, mi sono mangiato il garzanti, e mi è rimasto pure un po’ sullo stomaco!), ma invece no, si tratta di fingere di intervistare uno studente della mia scuola sul perché ha scelto la mia scuola. Penserete anche che il professore sia un laureato di Harvard in Inglese arcaico e pretende che come minimo uno usi 300 parole in disuso o di etimologia sanscrita, ma invece abbiamo una disponibilissima ragazza di Taiwan con tanto make up e un inglese sgangherato, ma tanto gentile!

Cosa tutto questo abbia a che fare col Marketing mi è ancora ignoto, ma comincio a farmi un’idea di come riescano a farlo passare per “Business Administration”, nel modo almeno in cui la cosa viene intesa qui, che non ha niente a che vedere con amministratori delegati e simili. Si tratta, in sostanza, di fare un po’ di segretariato. Come questo possa essere un prerequisito per fare Marketing -di nuovo- non mi è chiaro!

Insomma, in una frase: avete sempre desiderato una laurea in Marketing ma non amate passare ore sui libri? VENITE IN AUSTRALIA!!!
Conoscerete un mare di gente da mezzo mondo -in particolare Europa, Medio Oriente, e Asia- andrete a fare surf nel weekend, lavorerete qualche ora qui e là, e svilupperete una invidiabile tolleranza alla birra!

Cercate sul web “Australian Student Visa” se siete interessati, e non fatevi spaventare da scritte rosse tipo “dovete frequentare corsi per almeno 20 ore alla settimana”… tutte balle, diciamo pure! E visto che ci siamo, se avete meno di trent’anni, date anche un’occhiata al “Working holiday Visa”… costa meno, potete lavorare a tempo pieno, e non dovrete neppure far finta di essere interessati al marketing!!!

Saluti, alla prossima!!

Noi e Ganesha

Dipinto del XVIII sec. di Ganesha
Inutile fare finta di niente o peggio negare: abbiamo fatto i compiti prima di metterci a scrivere questo post… Ganesh prima d’ora non sapevamo neppure che esistesse!
E per la cronaca, è “colui che toglie o mette ostacoli” lungo la via delle persone.
 Che c’entra Ganesh, dunque?! La divinità elefantina per oggi sarà la nostra metafora dell’assurdo percorso (a ostacoli, neanche a dirlo) che abbiamo dovuto affrontare più o meno dall’inizio del 2009… se mai  in questi mesi vi siete chiesti dove cavolo eravamo finiti, ora è il momento di mettervi comodi in poltrona, assicurarvi una birra gelata, e stare a sentire le esilaranti vicissitudini che ci hanno visti protagonisti!
Tutto ha inizio il 12 di febbraio, durante una infausta mattinata che indubitabilmente doveva anche essere uggiosa, mattinata in cui -surprise surprise- la compagnia per cui lavora Fabri -di cui è meglio non fare il nome che sennò ci fanno causa per diffamazione, tante sono le schifezze che ci sono da dire- ci ha detto che avrebbero chiuso il team  e buona parte dell’ufficio a fine giugno. L’idea è di riaprirlo in Cina, quindi tutti licenziati a fine giugno.
Piccola Nota: Dubitiamo di conoscere molte persone che avrebbero preso la notizia con altrettanta filosofia: in fondo, siamo noi quelli che comprano i detersivi importati dalla Cina al “one dollar shop”, e non possiamo che incolpare noi stessi, per di più quella gente che oggi ci ha ciulato il lavoro, magari ha dei cuginetti -bimbi- che ci hanno cucito insieme le Nike quando avevamo 15 anni, e tutto sommato un lavoro potremmo anche doverglielo.
La diplomazia però non dà da mangiare, e quindi non ci ha tolto la preoccupazione di trovarci in suolo straniero senza visto (dal momento che il nostro visto è legato alla compagnia in questione) e senza un lavoro in un periodo in cui l’economia mondiale fa paura. Per darci ancora più ottimismo, dopo alcune settimane di ricerca è sembrato ovvio che trovare un impiego-ripiego in un momento del genere nella condizione di immigrato era pressoché impossibile, né -nel caso ve lo stiate chiedendo- eravamo in una condizione favorevole per rimpatriare… e qui inizia -a suo modo- il bello della faccenda!
Presi dallo sconforto abbiamo valutato le ipotesi più strampalate, incluso del volontariato in Ghana (abbiamo i contatti, se siete interessati ha il potenziale per essere un’esperienza meravigliosa!), un anno sabbatico in Thailandia, nell’America Latina, o nell’Europa dell’Est, migrare ad Hong Kong, in Giappone, a Shanghai, o -come ultima spiaggia- a Bangaluru, India.
 Siccome al destino manca forse il senso pratico, ma certo non quello dell’umorismo, come i più acuti tra voi staranno pregustando, è andata a finire che la simpatica  quanto innominabile compagnia ha trovato una posizione disponibile per me proprio in India, e questo, neanche a dirlo, un paio di settimane prima della scadenza di fine giugno. L’offerta, nelle parole del mio manager, era “meglio di quanto immagini”, e non solo questo, ma dal momento che lui era stato coinvolto nel tentativo di procurarmi il lavoro “gli dovevo una birra, anzi un bourbon”. Segnatevi queste parole!
Qui ci sarebbe da aprire una parentesi grande come l’Australia, ma cercheremo di essere sintetici nel dire che all’ultimo giorno di giugno ancora non avevamo visto nulla più di una buona manciata di chiacchiere: niente contratti, niente numeri… niente! Ma -Udite Udite!- ciò nonostante, la mia beneamatissima compagnia ha benpensato di proibire al capo di un altro Team di offrire un lavoro a Fabrizio perché appunto c’era nell’aria quest’altra fantastica opportunità in India! Fantastico no? No, non puoi avere un lavoro oggi perché forse c’è qualcosa che ti potrà interessare tra un paio di settimane! Adorabili!!!
Dinasty-Beautiful non finisce qui: viene spostata la data el licenziamento da fine giugno a fine luglio per avere il tempo di  farci valutare l’offerta che -ripetiamolo- non c’è!!! Al che un pochino, ma proprio velatamente, in maniera impercettibile, è partita l’incazzatura.
Cominciamo a spingere ogni giorno per avere i dettagli e dopo una attesa di quasi  altre 2 settimane, finalmente otteniamo una mail con una offerta che nella sua più intima essenza era semplicemente una presa in giro. Il solo fatto di metterci su un aereo e sbarcare in India, spedire le cose, e considerare le perdite coinvolte, sarebbe costato un anno di lavoro!
MA HAI UN’IDEA DI DOVE TE LO METTO IL BOTTIGLIONE DA 5L DI BOURBON BRUTTO  £$%&@# ???????
Scusate lo sfogo!
Detto questo, abbiamo finito con una naturale rinuncia al lavoro al 13 di luglio, nella speranza di poter usare il tempo rimanente fino alla fine di luglio per ri-sottoporre la candidatura per il lavoro “vero” nel team di Sydney di cui parlavamo poco sopra… ma ci dicono che dal momento che la ragione per cui il contratto è stato esteso a fine luglio è il lavoro in india, e pertanto ora che lo abbiamo rifiutato, non c’è più ragione di attendere le altre 2 settimane fino alla fine di luglio: i tempi tecnici per la preparazione delle carte sono di 4 giorni, e a meno di riuscire ad ottenere entro quei tempi una offerta formale con tanto di contratto, numeri, ecc… beh, anche se il capo di quel team fosse interessato a darmi il lavoro, non se ne potrà più fare nulla.
Naturalmente sapevano perfettamente che 4 giorni erano un tempo impossibile, e pertanto, ora siamo qui, con un bottiglione di bourbon pronto per ogni eventualità!
Ciliegina sulla torta, per un cavillo contrattuale, le 2 settimane di estensione dal 1 al 17 luglio, non sono state pagate, e pare che la legge australiana lo permetta…!
Insomma: per ben oltre un mese, abbiamo avuto un piede in India ed uno in Australia, e nel fare i nostri compitini per cercare di scoprire quante cose aveva da offrirci il subcontinente che ha dato i natali al kam… a Ghandi, abbiamo finito con lo scoprire cose meravigliose di ogni sorta, e ovviamente vi tocca sorbirne quantomeno una sintesi!!
Partiamo dunque dal blasonatissimo Tajì Mahal (l’accento è lì nel caso anche voi non abbiate idea di come si pronunci)…
 

Immagine Taj Mahal
 …al meno noto Tempio di Akshardham …

Immagine del Tempio di Akshardham
 … al coloratissimo Tempio di Meenakshi…

Immagine del Tempio di Meenakshi
…fino alle numerose statue di divinità Hindu…
Statua di Shiva
…per non contare quanto Yoga si potesse imparare, e quanti Murgh makhani e Masala Dosai ci sarebbe toccato ingurgitare!!!
C’è un po’ di amaro insomma, come tutte le volte che ci chiudiamo alle spalle una porta  e sappiamo che sarà arduo riaprirla, però complessivamente siamo contenti di non dover ricominciare di nuovo tutto daccapo in un altro posto, di non dover fare scelte di vita difficili, e più in generale di non dover mettere in stand-by le nostre vicissitudini australi, che -speriamo- si potranno portare a termine al più presto per poi poter proseguire il nostro dharma altrove!
Un bacione!!!
F.D

First drop…

Ciao a tutti!!!

Saremo brevissimi, abbiamo scoperto una cosa meravigliosa, e dobbiamo condividerla!

Una cantina australiana che si chiama First Drop …”prima goccia”, per coloro che non masticano molto inglese.

Questa cantina fa un vino …unico, siamo certi… guardate bene l’etichetta… lo danno come una versione australiana del montepulciano, e pertanto hanno deciso di chiamarlo…

Minchia Montepulciano

Ebbene sì, avete letto bene, quella parolina in rosso! Tutti i dettagli di questa particolarissima bottiglia first drop a questo indirizzo…

http://www.firstdropwines.com/minchia.php

Ciaoooo!!!

F.D

…modello Judith, 2009!!!

Eccoci tornati… è ora di stappare lo champagne!

E stappiamolo insieme a Brian Eno già che ci siamo, perché è tutto merito suo!

Era una notte buia, ma niente affatto tempestosa, e visto come stavano andando le cose nelle ultime due settimane di diluivo tuentiforseven, abbiamo benpensato di abbandonare il guscio, e come delle simpatiche lumachine, uscire finalmente di casa per andare a gustare Vivid e vedere un po’ cosa questa bella città aveva da offrirci!

Crediamo che sia l’evento artistico più bello e importante che sia capitato in terra Australe da quando nell’ormai lontano 2005 vi mettemmo piede per la prima volta, ed ora potete godervelo anche voi!

Purtroppo non abbiamo potuto assistere che ad una minima parte delle esibizioni collegate a questo “festival di musica, luce e idee”, come lo chiamano gli autori, però riteniamo che tra le cose più spettacolari ci fosse una Sydney illuminata a festa, con l’Opera House a fare gli onori di casa, ed il Museo di Arte Contemporanea allestito come non mai!

Ma bando alle ciance, e lasciamo che siano le immagini a parlare!

Cominciamo con L’MCA, e guardiamolo in rosso e giallo…

…in rosso e rosso…

ed in rosso bolleggiato!

Ma non si vive di solo MCA, ed infatti ecco qui un paio di altre attrazioni interessanti… tubi blu azionati da biciclette per bambini… non vi è chiaro il meccanismo? Beh… credo che guardando la foto capirete meglio!

… e poi altri tubi e arcobaleni…

…e va bene, mi sembra di sentirvi… “Ma st’Opera House, dov’è???”

Eccovela!

E nelle prossime foto potrete anche intuire come si evolvevano le animazioni, ogni foto è stata scattata a circa 5 minuti di distanza dalla seguente!

E con questo bel verdone vi salutiamo… Speriamo che il clima volga al meglio, così da darci la possibilità di fare un secondo capitolletto fotografico di questo bellissimo evento!

Saluti, alla prossima!

F&D

Australia Day

Per le prossime settimane abbiamo in programma un piano serrato e ambizioso per questo nostro piccolo blog: un’ospite che racconterà la sua avventura a testa in giù, un momento “amarcord”, un angolo oriental-trendy, qualche leccornia austrana, e altro ancora, ma prima di lasciarci scappare la possibilità di raccontarvi un altro evento in semi-diretta, eccoci qui con il fresco racconto del nostro 26 Gennaio!

Cosa succede il 26 Gennaio di ogni anno qui nella terra dei canguri? L’Australia Day,  o anche altresì chiamato, il giorno in cui tutti sono fieri… di cosa lo scoprirete poi!

Possiamo testimoniare solo per la città in cui viviamo e questo è ciò che succede: la giornata si apre con il Ferrython, una gara di traghetti scassatissimi e rugginosi che normalmente vengono usati come trasporto pubblico nell’Harbour di Sydney, ma in questa occasione sbuffano sferragliando i loro cavalli-vapore all’impazzata per circa 5 km…  dopo di che non si vedono più per una settimana, giusto il tempo di rimetterli insieme!

Chi ha vinto la gara?! E chi lo sa, non l’abbiamo vista! Siamo arrivati tardi sul ponte, era tutto quasi finito ma abbiamo comunque potuto notare tante barche -non solo quelle della gara- e anche qualcuno che sparava colpi di cannone. Una guerra non l’hanno mai vista qui, lasciamoli giocare ai soldatini!
Però ecco, in questo Risiko-delirio abbiamo assistito a qualcosa di strano: può capitare quindi che in un lunedì pomeriggio di festa, un aereo cargo pilotato da un qualche idiota sfiori prima er pontaccio, e poi l’Opera House, ed infine vada a sparire lontano dietro l’orizzonte lasciando i presenti attoniti e un po’ spaesati. Forse giocare con un aeroplanino accanto a un ponte non è una cosa che la gente prende con ilarità!

E non perdete tempo a cercare: ad oggi non abbiamo trovato nulla in tv o in rete che possa confermare che No: una trentina di persone inebetite sul ponte a singola navata più grande d’Australia, non hanno avuto una allucinazione collettiva!

Ma continuiamo con il nostro racconto… terminato il Ferrython, l’Australia day si spande per tutta la città con una serie eventi: dai mini concerti jazz, pop, folk austrano a una  sconfinata sfilata di auto d’epoca, da un altro concerto con ospiti internazionali (!!!) nel parco centrale, fino ad una parata mediatica assolutamente imperdibile prima dei fuochi d’artificio che concludono la giornata.

…Ma allora via, spendiamoci due righe su questa parata… Cosa c’è di così imperdibile? Citeremo il papà di Deb, che in una frase ha saputo riassumere l’essenza dell’evento: è di fatto, l’A.A.A., ovvero Associazione Australiana Anonimi.
Loro non lo sanno, ma è così, davvero… perché come chiamereste voi un susseguirsi di Australiani, più o meno famosi, proiettati su un MegaScreen, che davanti alla nazione intera fanno outing?

“Salve… sono Mario Rossi.au… beh… nel 2008 io… ho fatto bla bla e bla, e… beh… sono un Australiano”

Dicono così, e ci mettono dentro anche un sacco di orgoglio… un giorno troveremo il coraggio per chiedere a qualcuno cosa cavolo c’è da essere orgoglioso di una roba che ti è capitata  per caso alla nascita!!!

Ma bando ai cenci… siamo giunti al momento topico che tutti aspettavate: le foto! Vi lasciamo a loro,  parleranno per noi e meglio di noi, ma prima vi sveliamo un piccolo segreto: queste immagini sono state scattate il 26 gennaio 2006!

Dal 2006 al 2009, abbiamo assistito a 4 Australia Day qui a Sydney e sono stati 4 eventi fotocopia, in tutto e per tutto identici uno all’altro, con stessi intrattenimenti, alla stessa ora e negli stessi posti anno dopo anno dopo anno… eppure c’è un …non so… le bandierine austrane tatuate sulle facce dei passanti, la musica e le auto d’epoca, l’odore della tua pelle che brucia al sole anche sotto un milione di nuvole, lo sguardo ipnotizzato dei locali che vivono questo de-jà-vu ogni anno, e che ogni anno si lasciano fotografare dai turisti attoniti che non possono capire la magia di questo carillon… e poi c’è la consapevolezza di essere in mezzo tra i due: senza bandiera tatuata, senza macchina fotografica, a capire il carillon ma con lo sguardo attonito…è tutto questo il 26 gennaio, e forse altro, tutta roba che per una volta le foto non vi racconteranno… però se vi capita di passare  di qui dovete assolutamente portarvelo via questo pezzetto di Australia!

Alla prossima!!

F.D

Davide e Oz

Eccomi tornato con la testa all’insù, anche se ancora non me ne rendo conto…

… anche se, come all’andata, non ho assolutamente sofferto il jet lag…

Ho ancora negli occhi i colori e nel cuore le sensazioni che mi ha lasciato un posto così diverso da ciò che consideravo la mia normalità e son sicuro ci vorrà parecchio tempo perché mi passi questa sorta di sapore agrodolce dalla bocca. E’ tutto diverso, mica soltanto la guida e la moneta, sapete? Il cielo è di un blu sempre diverso e la notte… mai viste così tante e brillanti stelle tutte assieme! Alba e tramonto, seduti placidamente a chiacchierare su una duna a Fraser Island, sono qualcosa di indescrivibile talmente tolgono il fiato……

L’aria di Sydney è sempre frizzante e mai densa di smog e tra i grattacieli c’è quella strana ombra a mezzogiorno che quasi un po’ incanta e la spianata che porta verso Canberra è un lunghissimo e brullo campo da calcio senza porte né gradinate…

Come descrivere al meglio il vortice di ricordi e di emozioni che ho vissuto per queste tre settimane in uno spicchio d’Australia? Non posso tappezzare tutto attorno di aneddoti e attimi vissuti anche se potrei scrivere per ore di Miao Miao, del Papeete due-zero-zero-sette, o di Un Polmone, anche se queste tre settimane sono state sempre alla ricerca di foto “artistiche”…

Shining ci fa una pippa…

Ve lo ricordate il Gurzo del Borneo Meridionale?…

 

Per cui l’unico vero modo che sento per raccontare tutto è parlarvi di quei due matti che tengono in piedi questo blog, quei due Amici che mi hanno ospitato, fatto da agenzia viaggi, scorrazzato e sopportato per tre settimane di fila…

Non vedersi con qualcuno per mesi eppoi scoprire d’un tratto che l’amicizia che lega è sempre la stessa e che, anzi, aumenta di minuto in minuto spiazza più di tutto ciò di nuovo che mi sia passato negli occhi. E’ buffo come ogni volta che questa cosa accade sembra normale nella sua anormalità… non so a chi leggerà ma a me è successa pochissime volte nella vita e per ognuna di esse ho capito che è vero il detto che dice che chi trova (o ritrova) un Amico trova un tesoro… ed io questa volta ne ho trovati addirittura due! Così triste sarebbe stato non poter condividere con loro tutto quello che ho vissuto e provato sulla mia pelle in queste tre settimane e sono così, semplicemente contento di averlo potuto fare che non sto nella pelle aspettando di poterlo rifare!!!

Grazie Fabri e grazie Deb per avermi regalato il vostro tempo e la vostra Amicizia ogni momento della mia (e non vostra) vacanza e per avermi reso così felice e spensierato… Mi mancano un sacco di cose da fare e da vedere in Australia, quindi segnatevi fin d’ora che vi ripasserò a trovare, ok???

P.S.: Sono riuscito, cosa non facile per me, anche a metter su un paio di chili…

Nudi alla meta!

Si chiama marketing credo, o “arte di fregare la gente”: di nudo non troverete nulla… era un modo di attirare la vostra attenzione!
Se state leggendo, ha funzionato!

Ad ogni modo ci siamo: vi porteremo alla meta con l’ultimo capitolo del nostro meraviglioso viaggio, ovvero da Cape Leveque a Broome. La vacanza è finita lì, e tutto sommato è stata anche una semifortuna: se fosse continuata altri due giorni avremmo rischiato di arrivare alla fine davvero in mutande!
Le disavventure iniziano durante la prima notte a Cape Leveque: il materasso -fedele compagno gonfiabile della vacanza- ha un microbuco o qualcosa del genere*, il che si traduce in una notte d’inferno, svegli e accompagnati da una persistente sensazione di “oddio sprofondo nel folto della foresta”! Continuiamo con l’antenna dell’auto che si stacca, il portellone posteriore che si incastra con conseguente blocco del frigorifero, una gomma bucata dopo 4600km, a 50km dalla meta… beh, non ricordo altro, ma diciamo che è stata una due giorni movimentata!
Chiuso il capitolo “sfighe”, passiamo a quanto di bello c’è in questo posto… anzi, inizio subito:

Un piccolo inciso: questo posto non è necessariamente più bello degli altri, è semplicemente molto più fotogenico! In particolare per chi -come noi- non possiede un’attrezzatura fotografica professionale.
Non vi tedio oltre, perché di Cape Leveque c’è poco da dire: comunità aborigena nel mezzo del niente, paradiso tropicale frequentato per lo più dai locali durante i weekend, ma chissà per quanto durerà! Tenetelo d’occhio, perché prima o poi ne sentirete parlare in una di quelle riviste patinate per ricconi… promesso!

Una curiosità: il viaggio da qui verso Broome è stato oggetto di poche fotografie, ma ci siamo fermati ad una delle tante “Pearl Farm” della zona, e ci hanno raccontato un sacco di cose, tra le quali una piccola chicca… la conferma a un sospetto che da tempo insidiava le nostre menti: senza le perle, i diamanti, lo sfruttamento del sottosuolo in generale, questo paese andrebbe effettivamente a rotoli, è supinamente accettato! Non ricordo quanti milioni di dollari ci hanno detto di pagare in tasse soltanto loro, ma si spiegano molte molte cose!

Eccoci a Broome dunque… una cittadella splendida dove fanno delle focaccine che sarebbero deliziose, se solo non le chiamassero così! Sono dei pagnottini ripieni, che della focaccia hanno poco, ma sono da provare! Poi c’è anche un sacco di arte aborigena lassù, e finalmente dopo anni, siamo riusciti a trovare un accordo su quale quadro comprare: ne compriamo due, uno lo scelgo io ed uno Deb… di meglio in tre anni non siamo riusciti a partorire!!! Ecco il mio, Deb deve ancora trovare quello che le si addice davvero…

 

Ma Broome è anche molto di più: splendide spiagge di nudisti in 4×4, nebbia al mattino, ristoranti gustosi, passeggiate sul lungomare, palme e mangrovie, alberghi lussuosi e soprattutto -dopo settimane di campeggio selvaggio e cibo in scatola- Broome è il primo avamposto della civiltà nordoccidentale australiana!

Infine… Broome è il posto dove andare per una cammellata al tramonto sul bagnasciuga! I cammelli in Australia furono importati molto tempo fa, e l’ambiente è per loro talmente favorevole che oggi il trend si è invertito, ed i migliori cammelli vengono venduti al medio oriente per le gare! Sia come sia, è stata proprio una serata carina… non dimenticatevi che se vivete a Sydney potete vedere soltanto l’alba sul mare, e per noi è stato così negli ultimi anni! Magari sembra sciocco, ma un tramonto così può essere a suo modo emozionante!

Prima di lasciare questo luogo ci siamo dati alla Yattafoto, una tradizione ormai!

…poco dopo eravamo sull’aereo, stanchi come non mai, ma assolutamente certi di avere aggiunto capitoli indimenticabili al libro delle nostre memorie!

È tempo di chiudere… state tonnati che ci sono due puntate fresche fresche già pronte per essere sfornate nei prossimi giorni!

F.

 

* …il microbuco si è richiuso qualche settimana dopo misteriosamente… abbiamo concluso fosse della sabbia nella valvola, ma accettiamo altre ipotesi, anche più fantasiose di questa se volete!