Attraverso lo Specchio

Avventure di due viaggiatori erranti nel regno di Oz

Argomento ‘DdV – Sydney e dintorni

Cazza la randa!

Anche questa è Australia, anzi: nel dettaglio è Sydney!

Vai una mattina dal dottore a fare una visita, e il giorno dopo ti trovi sulla sua barca a vela… una ventina di metri,  a spanne!

L’harbour -che ci piace considerare una specie di fiordo- di Sydney è probabilmente tra i porti naturali più belli del mondo, e come conseguenza una delle cose più popolari nei weekend di sole, è farsi un giro in barca! Si tratta di un pezzetto di mare così chiuso che anche se soffrite il mal di mare come me l’unico momento di noia è quando vi sorpassa un qualche “ferry”, i bus d’acqua che portano in giro pendolari e turisti!

Molto ma molto carino, specialmente sotto Natale quando si da il via alla gare di vela “Sydney to Hobart”, Hobart è la capitale della Tasmania, poco a sud di Melbourne, e molto distante da qualunque cosa vi venga in mente quando pensate “Australia”!!

Ma di quella parleremo a tempo debito! A presto!

Ps. Siamo pieni di buoni propositi e questa era una di quelle cose che Deb ha nominato nel post di Natale. Un passo alla volta…

Rosso

È capitato un po’ a tutti di svegliarci una mattina verso le 6 e qualcosa e pensare… oibò, oggi il cielo mi pare rosso!

La risposta più naturale probabilmente è quella di alzarsi, prendere la macchina fotografica, aprire la finestra e… iniziare a tossire!

Poi probabilmente avrete trovato il tavolo coperto di un sottile strato di terra percettibile solo al tatto, e avete acceso la tv per sentire il telegiornale che raccontava di una tempesta di polvere abbatutasi sulla città nottetempo… e immagini di gente che va a lavoro con la sciarpa sul naso,macchine intasate nel traffico, e cronisti con la voce rauca…

Non vi è mai capitato?!! Uhm… volete dirci che davvero non siete mai stati a Sydney il 23 Settembre del 2009?! No, perché altrimenti sapreste di cosa parliamo…

È stata solo una giornata di ordinaria follia nel regno di Sydney, appena usciti per andare a lavoro ce ne siamo accorti meglio di quanto qualsiasi telegiornale potesse raccontare!

…macchine coperte di rosso, la terra nel naso e fin giù nella gola e quel fastidio ruvido sul palato… niente autobus naturamlente, ospedali invasi dagli asmatici, incidenti d’auto -perché qui c’è anche chi non aveva mai visto la nebbia prima- e naturalmente il tg che ripeteva con un pochino di amore per il dramma di “non fare esercizio outdoor…” come se per andare in ufficio ci fossero tutte le alternative del mondo!
In un giorno così alle volte mi consola sapere che non è solo il belpaese a fare tilt… quindi diciamo solo che molta gente non ha avuto molta scelta, ed ha finito per …beh, godersi una bella passeggiata all’aria aperta!!

Queste foto non sono ritoccate, è semplicemente così che la città appariva dall’alba fino a circa le 7am. Pensavamo un po’ tutti che ci avessero teletrasportati in mezzo all’Outback nottetempo, ma poi  nel corso della giornata le cose sono andate a migliorare sempre più, e così già il mattino seguente ci siamo svegliati con la consolante certezza che la città fosse stata rimessa al suo posto: in riva ad un meraviglioso oceano, con cielo azzurro,  uno degli harbour più belli del mondo, palme lussureggianti ed un meraviglioso tepore primaverile da 23°C!

Vi lasciamo con una foto di periferia che ci pareva più bella di altre! Alla prossima!!

The book is on the table

Ve la ricordate la prima lezione d’Inglese? Ah… “the book is on the table”, “what’s your name?”, “I like cars” e roba del genere… fantastico!

Ebbene, chi lo avrebbe mai detto che con tutta probabilità quella è anche una lezione di inglese per inglesi? Con qualche differenza… ad esempio che agli inglesi lasciano la libertà di scrivere in termini fonetici perché altrimenti è troppo difficile… roba tipo “da buk is on da table” “uot’s ur name?” “I like cars” (beh, questo non cambia!).

Ma che c’entra tutto questo con noi, è più che lecito chiedersi?!

Beh, mi presento: sono Fabrizio, e studio “Business Administration” a Sydney… ovvero, sono a tutti gli effetti uno studente Australiano!!!!
Sono certo che questa esperienza mi lascerà dosi infinite di saggezza tatuate nell’animo, ma per ora c’è solo molto di cui ridere e deridere, e perché non rendere partecipe anche mezza italia?!

Cominciamo dall’inizio dunque: perché?! Semplice: qualunque cittadino europeo (e non solo) di qualsiasi età che volesse migrare in Australia ha una via molto molto semplice e spregevole per farlo: pagare una scuola che dica “sì, sto tipo studia qui”, e nel giro di una settimana o due l’Australia rilascia un visto di durata variabile (2 anni nel mio caso) per venire in questo pazzo paese a testa sotto, studiare (oddio, studiare… ne parliamo dopo di questo!), e lavorare part time -cosa che di solito paga molto più di quanto ci si aspetta, al punto che stringendo un po’ noi anni fa per alcuni mesi siamo riusciti a campare in due con un solo lavoro part-time e l’affitto da pagare!

Ma non ho risposto alla domanda: perché?! Beh, visto quanto raccontato in “Noi e Ganesha“, ci trovavamo senza visto, e in qualche modo dovevamo pur tamponare questi pochi mesi mentre aspettiamo che si sistemino un paio di cose… detto fatto: sono diventato uno studente! …beh, diciamo… ehm… uno scolaro: facciamo così!

Seguo un corso post diploma, che se dovessi completare come da programma in due anni (non lo farò, niente paura!), mi darebbe diritto a una specie di diploma pre-universitario in Marketing riconosciuto a livello nazionale che probabilmente potrei fare riconoscere anche in Europa.

A parziale  discolpa del sistema scolastico Australiano, diciamo che questa scuola è un po’ una farsa: è praticamente fatta apposta per immigranti che vogliono un visto. Ciò non di meno, i diplomi che rilascia sono validi, quindi probabilmente stanno entro le norme dettate da un qualche ministero o saddio cosa!

E quindi, fiato alle trombe, cosa si studia in un corso post-diploma in Australia?! Tante cose, ma per ora io ho avuto il piacere di seguire 3 corsi.

  1. 4 ore alla settimana e per 9 settimane, imparo a… Battere a Macchina! Yes Sir! L’obiettivo dichiarato è di raggiungere 20 parole al minuto. Parole inglesi: corte! 3 secondi l’una. Fatevi un favore se state per fare il test: legatevi insieme il medio l’anulare e il mignolo di ogni mano, altrimenti è come sfidare a scacchi il vostro yorkshire!
  2. 4 ore alla settimana e per 9 settimane, seguo un corso che mi vale ben 2 moduli, mica bruscolini! Devo fare 13 moduli in 8 mesi, per la cronaca. Qui imparo a tenere una agenda di appuntamenti per -ad esempio- un dentista. E non solo! Imparo anche a chiedermi “Cosa voglio diventare da grande”, “Cosa non so fare per diventare quella roba lì”, e “Come posso imparare”… poi non imparo a rispondermi, ma si sa che le risposte sono per gli sciocchi: ai saggi interessano le domande!
  3. Qui esageriamo: 8 ore alla settimana e per le solite 9 settimane! Il corso in questione si pone l’obiettivo di farmi imparare niente poco di meno che a scrivere una paginetta di word su un argomento scelto dall’insegnante, e poi impaginarla come se dovesse andare su una brochure. Penserete che l’argomento è “Il marketing polidimensionale nell’era di internet, verso la domotica del futuro” (sì, mi sono mangiato il garzanti, e mi è rimasto pure un po’ sullo stomaco!), ma invece no, si tratta di fingere di intervistare uno studente della mia scuola sul perché ha scelto la mia scuola. Penserete anche che il professore sia un laureato di Harvard in Inglese arcaico e pretende che come minimo uno usi 300 parole in disuso o di etimologia sanscrita, ma invece abbiamo una disponibilissima ragazza di Taiwan con tanto make up e un inglese sgangherato, ma tanto gentile!

Cosa tutto questo abbia a che fare col Marketing mi è ancora ignoto, ma comincio a farmi un’idea di come riescano a farlo passare per “Business Administration”, nel modo almeno in cui la cosa viene intesa qui, che non ha niente a che vedere con amministratori delegati e simili. Si tratta, in sostanza, di fare un po’ di segretariato. Come questo possa essere un prerequisito per fare Marketing -di nuovo- non mi è chiaro!

Insomma, in una frase: avete sempre desiderato una laurea in Marketing ma non amate passare ore sui libri? VENITE IN AUSTRALIA!!!
Conoscerete un mare di gente da mezzo mondo -in particolare Europa, Medio Oriente, e Asia- andrete a fare surf nel weekend, lavorerete qualche ora qui e là, e svilupperete una invidiabile tolleranza alla birra!

Cercate sul web “Australian Student Visa” se siete interessati, e non fatevi spaventare da scritte rosse tipo “dovete frequentare corsi per almeno 20 ore alla settimana”… tutte balle, diciamo pure! E visto che ci siamo, se avete meno di trent’anni, date anche un’occhiata al “Working holiday Visa”… costa meno, potete lavorare a tempo pieno, e non dovrete neppure far finta di essere interessati al marketing!!!

Saluti, alla prossima!!

Non c’è molto altro che si possa aggiungere, la verità è che mi sarei voluta accampare in dieci posti diversi, con macchine fotografiche e obiettivi diversi, per fare fotografie spettacolari come alcune che potete trovare su flickr. Il dono dell’ubiquità è ancora lontano dalle mie possibilità, però ho fatto del mio meglio. E sono stata trascinata via dopo ore di attesa, scatti tutti uguali con minime variazioni… come quando fotografi Notre Dame a Parigi, che ti sembra sempre che ci sia una foto in più da poter fare, da dover scattare, una sfaccettatura di un gargoyles che ancora ti manca.
Vedere questo teatro solitamente bianco e sobrio colorarsi completamente di luci e forme strane, è stata davvero una bella emozione e un po’ spiace che per chissà quanto tempo non sarà più così.

La sensazione è che per la prima volta in quattro anni, abbiamo assistito a quella che si potrebbe definire una sferzata di novità, una sveglia per questa città che è tanto bella, ma che per troppo tempo è rimasta seduta sul “ma noi abbiamo organizzato le olimpiadi più belle del secolo”. Non hanno mai precisato che fossero quelle del secolo appena finito o di quello che stava per cominciare. Sta di fatto che per due settimane sembrava di essere in qualche laboratorio artistico, con un nonsoché di bi/triennale, e in giro persone affamate di novità, cultura, stravaganze e colori. Bello, proprio bello.

Ora arriva l’inverno e magari per un po’ non rimetteremo fuori il naso la sera molto spesso… però state tonnati, abbiamo sempre qualche cosa da condividere con voi!

Un abbraccio,

Deb & Fabri













Davide e Oz

Eccomi tornato con la testa all’insù, anche se ancora non me ne rendo conto…

… anche se, come all’andata, non ho assolutamente sofferto il jet lag…

Ho ancora negli occhi i colori e nel cuore le sensazioni che mi ha lasciato un posto così diverso da ciò che consideravo la mia normalità e son sicuro ci vorrà parecchio tempo perché mi passi questa sorta di sapore agrodolce dalla bocca. E’ tutto diverso, mica soltanto la guida e la moneta, sapete? Il cielo è di un blu sempre diverso e la notte… mai viste così tante e brillanti stelle tutte assieme! Alba e tramonto, seduti placidamente a chiacchierare su una duna a Fraser Island, sono qualcosa di indescrivibile talmente tolgono il fiato……

L’aria di Sydney è sempre frizzante e mai densa di smog e tra i grattacieli c’è quella strana ombra a mezzogiorno che quasi un po’ incanta e la spianata che porta verso Canberra è un lunghissimo e brullo campo da calcio senza porte né gradinate…

Come descrivere al meglio il vortice di ricordi e di emozioni che ho vissuto per queste tre settimane in uno spicchio d’Australia? Non posso tappezzare tutto attorno di aneddoti e attimi vissuti anche se potrei scrivere per ore di Miao Miao, del Papeete due-zero-zero-sette, o di Un Polmone, anche se queste tre settimane sono state sempre alla ricerca di foto “artistiche”…

Shining ci fa una pippa…

Ve lo ricordate il Gurzo del Borneo Meridionale?…

 

Per cui l’unico vero modo che sento per raccontare tutto è parlarvi di quei due matti che tengono in piedi questo blog, quei due Amici che mi hanno ospitato, fatto da agenzia viaggi, scorrazzato e sopportato per tre settimane di fila…

Non vedersi con qualcuno per mesi eppoi scoprire d’un tratto che l’amicizia che lega è sempre la stessa e che, anzi, aumenta di minuto in minuto spiazza più di tutto ciò di nuovo che mi sia passato negli occhi. E’ buffo come ogni volta che questa cosa accade sembra normale nella sua anormalità… non so a chi leggerà ma a me è successa pochissime volte nella vita e per ognuna di esse ho capito che è vero il detto che dice che chi trova (o ritrova) un Amico trova un tesoro… ed io questa volta ne ho trovati addirittura due! Così triste sarebbe stato non poter condividere con loro tutto quello che ho vissuto e provato sulla mia pelle in queste tre settimane e sono così, semplicemente contento di averlo potuto fare che non sto nella pelle aspettando di poterlo rifare!!!

Grazie Fabri e grazie Deb per avermi regalato il vostro tempo e la vostra Amicizia ogni momento della mia (e non vostra) vacanza e per avermi reso così felice e spensierato… Mi mancano un sacco di cose da fare e da vedere in Australia, quindi segnatevi fin d’ora che vi ripasserò a trovare, ok???

P.S.: Sono riuscito, cosa non facile per me, anche a metter su un paio di chili…

The imperial holes (aka The Rocks)

CIAOOOOOO!!!!!
Abbiamo da portare avanti la trilogia di “Stay Tuned”, e allora abbiamo scelto questo titolino un po’ così… internazionaleggiante, direi!
Quest’oggi facciamo un po’ di cultura… vabbeh: per quel che posso fare…!

The imperial holes (che nessuno mai si sognerebbe di tradurre come “fori imperiali”, ma piuttosto con un alquanto ambiguo “buchi imperiali”), è il nostro modo scanzonato di chiamare The Rocks, il quartiere storico di Sydney che si estende dar pontaccio giù fino ar porto.

…forse una piantina può aiutare, eh?!


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La prossima domanda potrebbe essere una delle seguenti:

  1. com’è che vi siete accorti di sta cosa dopo 2 anni che vivete lì?
  2. ma che ce frega ma che c’emporta?! [nel qual caso ci complimentiamo: siete perfettamente entrati nell'atmosfera romaneggiante dell'articolo!]

Dunque dunque dunque, una premessina è d’obbligo: a Sydney hanno cambiato sindaco; hanno scelto una donna (W il girl power!), e questa tizia -ci pare- ci sta dando un po’ dentro per convincere la gente che Sydney non è soltanto Opera House e er pontaccio.
Come risultato The Rocks si è inventato questa cosa dei “Mercatini sotto le stelle” (in realtà “Markets in the moonlight”), con musica dal vivo, un sacco di gente, birra a fiumi come da tradizione Australe, e discutibili panzerotti turchi di spinaci e carne trita.

Facendo un salto indietro dovremmo tornare alla fine del XVIII sec., quando i primi coloni stabilirono qui uno dei primi insediamenti, che presto prese la fama di essere una baraccopoli frequentata da marinai e prostitute (…com’è che finisco sempre a parlare di ‘ste cose io?!!?!?). Le cose poi sono anche andate a peggiorare, quando i “Rocks Push” hanno preso controllo del quartiere verso la fine del 1800. Si trattava di una gang di criminali che ha poi dato il via al “Sydney Push“, un movimento pseudoculturale (pur sempre di ispirazione criminale, beninteso!) che si è spento soltanto verso l’inizio degli anni ’70!
… solo in Australia!

Ricordando che l’intero continente era stato inizialmente concepito dall’Inghilterra come una immensa prigione all’altro capo della terra… non dovrebbe destare stupore l’influenza che la criminalità ha avuto nella sua pur breve storia. C’è una discreta serie di bande criminali che sono ricordate, o addirittura celebrate con un certo orgoglio, ma avremo tempo di parlarne in futuro!

Ma torniamo a noi!

Poichè The Rocks era e rimane una delle pochissime testimonianze degli albori della storia australiana, nel 1920 hanno ben pensato che valesse la pena raderne una discreta porzione al suolo per mettere in piedi er pontaccio, altrove ricordato come Harbour Bridge.

… ora… divagazione più divagazione meno, sull’Harbour bridge ho una chicca che avevo scritto a qualche amico mesi e mesi fa… abbiate pazienza qualche riga ancora! Lo hanno ultimato nel 1932, belli e convinti di avere finalmente dalla loro un bel simbolo di superiorità a livello mondiale… tutti orgogliosi! Me lo vedo -sapete?- il sindaco alla cerimonia inaugurale…

- Cari concittadini, siamo qui riuniti per celebrare il simbolo del…

- Sior sindaco… sior sindaco.. senta…

- Che c’è?! Mollami che è un momento solenne… Siamo riuniti -dicevo- per questa cerimonia di apertura dell’Harbour…

- Sior sindaco… sior sindaco… è imp…

- Ti ho detto di lasciarmi lavorare… accidenti, la vuoi capire che finalmente abbiamo un simbolo per la nazione?! L’apertura dell’Harbour bridge che è stato costruito con orgoglio ed è

- Sior sindacooo

BANG BANG

- L’apertura del ponte a una navata più lungo del mondo!

- Si-or sindaco… ci … hanno fre-gati gli a-me-ricani… di se-ssan-ta centimetri…

Ecco… non so bene come voi la vediate, ma io è così che la immagino! All’ultimo momento -e dico seriamente all’ultimo momento!- 60 centimetri possono fare la differenza!
…e non è la trama di un film a luci rosse per ottimisti!

Siamo dunque finalmente agli anni ’60, quando abbiamo l’ultimo -fallito- tentativo di radere al suolo questo piccolo angolo di storia; da allora pare proprio che l’Australia abbia smesso con questa storia, e così il quartiere è rimasto intatto fino ai giorni nostri!

Per concludere brevemente una lunga storia iniziata oltre 2 secoli fa, lo scorso weekend noi ci siamo potuti godere un breve scampolo di questo concertino gratuito, oltre ai nostri terribili panzerotti turchi, ma la cosa simpatica è stata la compagnia di una coppia di nuovi amici provenienti dagli altri due continenti dell’emisfero australe. La serata è stata carina: è sempre interessante conoscere gente che viene da così lontano, con storie così diverse, ma in fondo -bisogna ammetterlo- era tutta una scusa per raccontare un po’ del posto dove viviamo, un po’ di questa città e di questo Paese che a volte ricorda tanto la nave di Novecento: la gente che ci nasce finisce per pensare che non ci sia bisogno di pucciare il naso fuori: tanto è il mondo che passa di qui…

Saluti gente, alla prossima!

Eccoci qui! Per una volta vi raccontiamo quello che abbiamo fatto in questi due giorni, un resoconto accuratissimo della nostra vita da questa parte del mondo!!!

Cominciamo: dovete sapere che noi viviamo in una serra. Finestre giganti e bellissime che rendono il nostro appartamento luminosissimo ma terribilmente antipatico quando si tratta di dormire fino a tardi. Non importa quanto tu sia stanco, alle otto del mattino sei sveglio e non c’è verso di continuare a dormire! Quindi che si fa?! ci si alza, si fa colazione e dopo aver passato un’ora a cercare di capire dove fosse meglio andare o non andare ecco che saltiamo in moto alla volta del Ku-Ring-Gai Chase National Park, a nord di Sydney. Fatico a descrivervi questo posto: diciamo colline, definirle montagne è un tantino eccessivo, e una distesa di alberi a perdita d’occhio, con un paesaggio da fiordo norvegese. Lo so, difficile crederlo, dovete guardare dall’alto per capire:


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Praticamente a due passi dalla city, per gli standard di qui ovviamente, e intorno la pace più totale, il silenzio, la natura, uno scenario che pensavamo di trovare in un altro emisfero, non qui. Certo, non possiamo paragonarlo alla Scandinavia ma per un po’ ci siamo sentiti in un altro continente, e forse più vicini a voi. Bello, proprio bello!

Poi, serata in un pub vicino casa con musica jazz dal vivo, molto bello. Cibo buono, ma decisamente l’atmosfera ha fatto la differenza! Stiamo provando molti ristoranti in zona, ci stiamo facendo un’idea di cosa possiamo trovare e di cosa il vicinato può offrire e per ora siamo estremamente soddisfatti. Abbiamo il nostro ristorante indiano, thailandese, il jazz club… non abbiamo ancora provato il giapponese ma sicuramente darà soddisfazioni!

Oggi invece giornata casalinga: sveglia 7.30! Già, non ci volevamo credere!!! Così abbiamo messo la mascherina, quella che ti danno sugli aeroplani e siamo andati avanti a dormire fino alle nove!!! Un successone… Poi colazione sul terrazzo, più che colazione un vero brunch! Una camminata per smaltire con acquisti per il terrazzo, tra cui ombrellone, rastrello e paletta per il gioco del pomeriggio: estirpare le piante che il precedente inquilino ha dimenticato di eliminare!!! Un vero e proprio disastro, ci siamo ammazzati per togliere delle radici così profonde da essere entrate nel muro. Già… nel muro!

Diciamo che così se n’è volata la nostra domenica, tra mestieri casalinghi, una pasta al pesto e un articolo scritto per voi prima di andare a dormire. Rilassante, bello, come sempre troppo breve. Perchè non fanno i week end di due settimane?! Lavori per una, stai a casa due… Bello, no!? Eh sì… sarebbe proprio bello!

Ci sentiamo presto, speriamo per una volta abbiate gradito questo spaccato di vita nella terra dei canguri…

Un baciottone,

Deb

Apec

Pram

E’ cominciata una nuova settimana nella lontana Sydney. Gli elicotteri hanno smesso di volare bassi, non ci sono più poliziotti nelle stazioni, un velo di serenità aleggia nelle carrozze dei treni, sugli autobus, per le vie della città. I potenti del mondo, quei due o tre, sono tornati nelle loro dimore e ci hanno liberato della loro presenza. Finalmente tutto è tornato normale, tra una settimana non si parlerà più di Apec perché siamo comunque in Australia, dove le persone dimenticano in fretta. La storia non esiste, un paese che non ha storia non riesce a immaginare di averne una, di farne una, quindi perchè scomodarsi?!

Sinceramente non abbiamo idea di cosa si siano detti questi signori durante le loro cene a base di caviale e champagne condito con i più spettacolari fuochi d’artificio, degni della notte di Capodanno. Non lo sappiamo perché non è dato saperlo! L’unica cosa che ha fatto un po’ notizia questa settimana sono state le manifestazioni, le “rivolte”, la polizia per strada “costretta” a intervenire contro un nemico non ben definito. Al telegiornale non hanno mostrato altro che poliziotti che strattonano qui, arrestano la… sempre le stesse immagini, sempre le stesse tre persone. Avessero fatto questo summit da un’altra parte avrebbero avuto sì da mostrare. Qui le manifestazioni sono state pacifiche, alcuni erano per strada con fotografie di Gandhi, le mamme con i passeggini. Forse noi abbiamo visto solo una faccia. Forse appena ci siamo girati è successo di tutto e noi non lo sapremo mai. E’ stato spiacevole vedere al telegiornale uno spezzone in cui brutalmente buttano a terra una giornalista senza un ben specificato motivo, o un altro in cui arrestano un ragazzo solo perché si è messo barba e vestito alla Bin, come Luca e Paolo delle Iene per intenderci. Se lo avessero ascoltato forse avrebbero capito che parlava genovese e si sarebbero fatti una risata invece di trattarlo come un delinquente della peggior specie.

Le conclusioni: tanto rumore per nulla, una città immobilizzata, svuotata per paura di un forse probabile non si sa mai attentato che ovviamente non c’è stato. Cinque milioni di persone a disagio perché un individuo che si cura poco di chiunque, fa un salto in città. Tra un mese non se lo ricorderà più nessuno il disagio, però a noi piace che il blog sia anche questo: memoria, in piccolo, di un evento vissuto e passato, forse in qualche pagina di storia di questo paese. O forse no.

Ma almeno potremo dire “noi c’eravamo”… il resto poi non conta!

 

Gandhi